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Dislivello: 635 m in salita, 810 m in discesa
Lunghezza: 15 km circa
Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 minuti
Sentiero: n. 20, 401, 402, 403, 412, 440
Difficoltà: Tappa Escursionistica per esperti

Quarto giorno d’Alta Via. Dal Rifugio Lagazuòi si segue a nord est il sentiero n. 20 e si ritorna alla Forcella Lagazuòi, 2573 metri. Qui si prende a est il sentiero n. 401 che in breve porta alla Forcella Travenànzes, 2507 m, da dove ci si affaccia sulla caratteristica Val Travenànzes circondata da vette austere e da pareti famose striate di mille colori. Dalla Forcella Travenànzes è possibile scendere direttamente e facilmente al Passo Falzàrego per il sentiero n. 402 e da lì proseguire sull’Alta Via. Il n. 402 scende direttamente alla località Ra Nona (dove comunque arriveremo più tardi), mentre un sentiero sale a nord est verso il Castelletto e poi sulla Ferrata Lipella.

Si prende il sentiero n. 404 che corre ad est sotto la bellissima parete della Tofàna di Ròzes, offrendo un grande panorama. È possibile visitare, lungo questo tratto, la Grotta della Tofàna che si apre sopra un salto facilmente raggiungibile (segnalazioni; assicurare gli inesperti; lampada). Si continua ancora sul n. 404 fino al Valón de Tofàna a quota 2375 m all’incontro con il n. 403 che dal Rifugio Dibona sale al Rifugio Giussani. Con netta deviazione a sud si scende per il n. 403, zigzagando fino ad incontrare la stradina che qui termina e che giunge dal Dibona.

Dalla stradina di cui sopra si prende il sentiero n. 412 che riporta decisamente a sud ovest passando sotto la banca di rocce che sostiene il sentiero n. 404 che abbiamo appena percorso. Questo tratto si chiama anche sóte còrdes in cortinese, cioè sotto le corde, proprio così come appare la cordonata rocciosa. Il sentiero prosegue abbastanza in quota, passa un rudere di pastori e, in località Rózes, a 2183 m, incontra la strada militare che sale verso Forcella Col de Bòs. Ora, seguendo un po’ la strada, un po’ le scorciatoie, il n. 402 scende a sud ovest e tocca la Statale 48 delle Dolomiti all’altezza di Ra Nona (cioè sulla nona curva della strada), 1985 m, dove c’è un posto di ristoro. Si segue la Statale per circa 300 metri verso sud e, a una curva che taglia un terreno paludoso, si prende il sentiero n. 440 che va deciso a sud, poi a est e infine a sud est per i Casonàte. Quindi abbastanza ripido, sostanzialmente buono, prima per bosco povero, poi per la valletta di Potór, raggiunge l’ampio dosso di lastroni misto a ghiaie, magri pascoli e una strada bianca a nord del Monte Averàu, a poca distanza dal Rifugio Scoiattoli, 2255 metri. Si può evitare la stradina (che porta il n. 439) seguendo a sud il n.440 che ben presto giunge al Rifugio Averàu, 2413 m, presso la Forcella Nuvolàu. Seguendo per buon sentiero il dosso inclinato della montagna, si sale in breve fino alla panoramica spianata sommitale dove sorge il Rifugio Nuvolàu, 2575 metri.
Ore 4,30 dal Rifugio Lagazuoi

Il Rifugio Nuvolàu, di proprietà della Sezione di Cortina d’Ampezzo del CAI, è sorto sul belvedere della cima omonima nel 1883 e rifatto nel 1970. Eccezionale posto tappa sia per l’ospitalità che per lo spettacolo di alba e tramonto. Tra i più panoramici e arditi manufatti delle Dolomiti (alti precipizi cadono da tre lati), è aperto dal 20 giugno al 20 settembre e offre servizio d’alberghetto con 24 posti letto; acqua all’interno; servizi igienici all’esterno; illuminazione con gruppo elettrogeno; Stazione di Soccorso del CNSAS “118”; telefono rifugio +39 0436 86 79 38.

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