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Le avventure, i racconti, la curiosità, l’esperienza, il coraggio, la fragilità. La vita di Walter Bonatti ha avuto un solo filo conduttore: l’estremo.

Walter oggi avrebbe compiuto 90 anni. Le sue gesta sono pagine di storia dell’alpinismo e dell’esplorazione moderna. Una vita vissuta sul filo sottile, come la più aspra delle creste che lo scalatore bergamasco ha affrontato a viso aperto durante la sua carriera di alpinista, fotografo e scrittore.

Un racconto, quello della sua vita, diventato manuale di comportamento e coraggio per tanti che hanno intrapreso il suo stesso percorso e che, oggi, continuano a sognare.

Chi ha letto e conosciuto la sua storia ne custodisce il ricordo e l’emozione per le imprese compiute, dalle scalate sulle grande Jorasse, alle sfide più ostili del Dru e del Cervino, fino ai fatti di cronaca che caratterizzarono la spedizione italiana al K2, quando poco più che ventenne diede prova di sé. E poi ancora le esplorazioni dell’Amazzonia, in Africa, Nuova Guinea, Antardide, Patagonia, Ande, Karakorum. Da un estremo all’altro del mondo. A piedi.

Uno stile puro, il suo, fatto di curiosità ed essenzialità. La curiosità di chi è indomito e si pone domande sul suo destino e sul mondo in cui vive. L’essenzialità dello stile alpino, fatto di pochi strumenti, tanta conoscenza e assenza di fronzoli, uno stile duro, in un’epoca in cui la strumentazione contemporanea che accompagna l’alpinismo era fatta di strumenti rudimentali, tali che nessuno oggigiorno porterebbe con sé.

Walter amava ripetere che “C’è una particolare scelta di stile di vita che io considero pienamente eroica, ed è questa: vivere il proprio ruolo sociale con coerenza, responsabilità e dignità.” Una missione di vita che attraverso lo sport educa ad agire con consapevolezza di sé e del ruolo che ognuno può e deve rivestire nella società.

La vita di Walter è stata scandita dal desiderio di compiere gesta memorabili ed eterne, e il suo insegnamento vive ancora in tutti noi.

Buon compleanno Walter. Buon compleanno Re delle Alpi.

 

«Io credo che la nitidezza che c’è in alta quota chiunque è andato in montagna l’ha ben presente,

quanto tu vedi che il profilo della roccia e il cielo azzurro dietro sono smaglianti e inequivocabili.

Ecco, quella nitidezza è quello che lascia Walter. È bello perché è luce.»

Michele Serra

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