Una notte fredda per Hikers Adventures, con l’aria gelida che imbianca tutto intorno a noi.
Avanziamo lenti sul grande pianoro carsico di Campitello, un pianoro esteso e tipico di queste montagne. La natura qui appare in tutta la sua grandezza. La maestosità delle montagne, le tenebre dei boschi illuminati da flebili luci di lampioni lontani. I profumi delle alte quote mossi dal vento.
Dopo esser scesi dalla cima di una collina, scelta come base per poter studiare a distanza il percorso da fare l’indomani, avanziamo nella notte per cogliere qualche altro momento con le nostre macchine fotografiche.
La temperatura, in questo spazio aperto, scende vertiginosamente. Ghiaccia le mani e sferza il volto, senza però abbattere lo spirito euforico che ci accompagna in questi momenti.
Ripenso a quante volte Hikers Adventures è stata l’occasione di fuga dal grigio dei giorni della settimana, e mi consola l’idea di avere un’famiglia, dei fratelli, con i quali poter condividere le stesse passioni e gli stessi bisogni. Bisogni primordiali, legati a doppio filo al desiderio di libertà che solo le ampie terre possono ispirare. Lasciamo così che le stelle orientino il nostro cammino verso casa, in attesa di ripartire il giorno successivo.
Il tempo di riposarci qualche ora che siamo nuovamente in auto verso il Miletto, nostra destinazione di una giornata che si presenta in perfette condizioni, sebbene le previsioni non indichino positività per il resto della giornata.
Arriviamo nella piana di Campitello di buon’ora. L’aria è fredda, con le temperature che non raggiungeranno mai lo zero termico. Iniziamo il nostro avvicinamento alla base delle piste dove nei giorni scorsi è caduta tanta neve da permetterci di mantenere un buon passo con le ciaspole ai piedi. Il vento spinge ora più forte, mentre avanziamo risalendo il bosco, tra i faggi ormai spogli e la neve che si alza con ogni folata.
Raggiungiamo la base del canalone che avevamo adocchiato il giorno precedente, e sostituiamo alle ciaspole i ramponi, ai bastoncini la picca e al passo moderato una spinta notevole verso l’alto. I primi metri sono morbidi e riusciamo in breve a prendere quota. Poi d’un tratto il vento cambia, si inasprisce e diventa bufera. Mentre superiamo un leggero traverso veniamo letteralmente colpiti dalla neve che pare quasi grandine, e sbatte addosso con forza, colpendo il volto e il corpo che manteniamo piegati per tenere meglio l’aderenza al pendio. Qualcuno molla, altri avanzano fino ad una sella, poco oltre la salita della seggiovia, prima di ritrovarsi costretti a dover scendere per tenere a vista il passo dei compagni. Lentamente, senza perdere di vista l’attacco dei piedi, mentre una nube gonfia di neve preme dalla cima.
Sono attimi duri, che mettono alla prova lo spirito dell’avventura che ci ha accompagnato fin lassù. Momenti in cui ci si mette alla prova, spingendo sempre un po’ più in là l’asticella della sfida con noi stessi, ed è proprio questa la lezione più bella che la montagna regala. Una sfida costante con le proprie forze fisiche e mentali, una sfida con sé stessi e con il desiderio di alimentare costantemente la nostra passione più grande. La natura ha una forza disarmante, e si può vivere al suo interno solo giocando con le sue regole.